Chi Siamo

In Italia le Fabbricerie hanno personalità giuridica civile, lo Stato italiano fin dall’unità ha imposto che la gestione amministrativa delle Cattedrali e, in particolare dei loro patrimoni, fosse affidata ad un consiglio nominato dal governo in carica.
La Fabbriceria si trova pertanto ad essere un’istituzione laica con l’unica finalità di amministrare un bene strettamente ecclesiastico.
È difficile precisarne l’origine storica, tuttavia si può dire che hanno regolato fin dagli inizi la vita delle fabbriche con una serie di eventi in cui le componenti e le motivazioni religiose si intrecciano a quelle civili: città che rinascono, cantieri per la costruzione o per l’ampliamento di cattedrali, fabbricerie che, accanto agli ecclesiastici, accolgono anche amministratori laici, così come è rintracciabile nella storia della nuova Cattedrale di Pavia e della sua fabbrica.
Il primo documento che riguarda la fabbrica della Cattedrale pavese è la lettera datata 18 agosto 1487 in cui i Pavesi scrivevano al Cardinale Ascanio Maria Sforza che allora si trovava a Roma.
“La vecchiezza, debellatrice di tutte le creature, ha condotto la vecchia cattedrale alla deformità e allo squallore, ciò che torna di vergogna alla città, massime quando arrivano i principi, i grandi, gli ambasciatori, e visitano prima le chiese che le fortificazioni. Altre chiese di Pavia sono grandi e belle, e ornate da noi; e la Cattedrale che ne è la madre, giace nell’abbandono”.
Nell’anno successivo si riscontra la presenza della Fabbriceria quando vennero incaricati Giovanni Antonio Bassini, Giovanni Antonio Beretta e Rainaldo Strada, suoi deputati, affinché si recassero a Milano da Ludovico il Moro e dal fratello Vescovo Cardinale Ascanio per sottoporre loro il progetto della nuova Cattedrale.
Si riporta la traduzione letterale di un antico documento conservato nell’Archivio della Fabbrica del Duomo relativa a questo passaggio storico:

“L’anno 1488, appena passata la Domenica del
Carniprivio (la metà di febbraio) – un’ambasceria di Pavesi si recò a Milano. A
Milano in quei giorni era venuto da Roma il Card. Ascanio Sforza, per far
visita al fratello Lodovico il Moro, un po’ ammalato; e il Comune aveva preso
l’occasione propizia per stringere i nodi. Giunti a Milano e presentatisi al
Cardinale, gli squadernarono dinanzi certi disegni e certi modelli lavorati dai
maestri Cristoforo Rocchi e Giovanni Antonio Amadeo, espertissimi ingegneri; e
poiché il Cardinale mostrò desiderio di rivedere più volte quei progetti, i
Deputati Pavesi si trattennero più giorni in quella città Finalmente il potente
uomo diede la sua approvazione e promise che avrebbe dato 300 Ducati nel dì
della posa della prima pietra, alla quale cerimonia sarebbe intervenuto egli
stesso. Passati poi da Lodovico il Moro, i tre Pavesi gli fecero analogo invito
alla festa, ottennero approvazioni ed elogi per i modelli, promesse ed
assicurazioni che non solo egli sarebbe intervenuto in quel dì, ma che vi
sarebbe stato presente anche il Duca Gian Galeazzo – e poteva ben promettere! –
Dopo le quali cose, i deputati pavesi tornarono in fretta a casa e riferirono
certamente con gioia quanto avevano veduto e udito”.

Giunta
poi con bolla in data 16 marzo 1488 dal papa Innocenzo VIII l’autorizzazione a
demolire l’antica Cattedrale doppia, il 29 giugno 1488 con una solenne
cerimonia fu posta la prima pietra della nuova Cattedrale.
La gestione della fabbrica nei secoli fu affidata al capo della Fabbriceria, il
quale era di norma un membro del patriziato pavese, come il priore Folperti o
il Marchese Malaspina. Dalla posa della prima pietra ad oggi, la Fabbriceria
della cattedrale di Pavia, con periodi di attività intensa alternati a momenti
più o meno lunghi di interruzione dei lavori, ha seguito l’evoluzione della
fabbrica, riappropriandosi negli ultimi decenni del ruolo che le compete di
stazione appaltante ed ente che “guida” la fabbrica.

La Fabbriceria si trova costantemente a confrontarsi con le questioni della
gestione, della tutela, della conservazione e della valorizzazione di un
monumento reso famoso dalle sue sfortunate vicende costruttive che gli hanno
conferito una geometria peculiare che continua a destare stupore.
Di conseguenza, nella gestione della Cattedrale entrano in gioco importanti
questioni organizzative e tecniche il cui orientamento non può che tener conto
del particolare ruolo che questi edifici detengono.

In particolare, il problema statico connesso al dimensionamento delle strutture e alla valutazione delle lesioni verificatesi, durante i vari periodi della costruzione del Duomo è stato sempre oggetto di ampie e dibattute discussioni scaturite dall’arditezza architettonica e dall’importanza artistica e religiosa del monumento e quindi per la gravità delle conseguenze di eventuali dissesti.
Tenendo presenti le problematiche di tipo strutturale affrontate durante l’imponente intervento di rinforzo, la Cattedrale è stata ridotata, ad interventi finiti, di un nuovo monitoraggio basato sull’utilizzo di strumentazione ottica e cablata per il controllo degli spostamenti della struttura, oltre alla loro correlazione con le vibrazioni ambientali, vento e temperatura.
In considerazione dell’elevato valore storico del monumento è stata studiata una distribuzione di strumenti che risulta completamente invisibile all’occhio dell’utente.

Consiglio di Amministrazione


Dott. Franco Mario Enrico Mocchi – Presidente

Ing. Augusto Allegrini  – Consigliere
Don Gianpietro Maggi  – Consigliere
Bruna Renza Migliazza – Consigliere
Ing. Roberto Nascimbene – Consigliere
Avv. Ambrogio Robecchi – Consigliere
Dott. Mauro Rossi – Consigliere